
Intervento | Restauro |
Anno | 2020-21 |
Luogo | Treviso |
Committente | Capitolo Della Cattedrale di Treviso |
Parole Chiave | beni culturali | valorizzazione | restauro | accessibilità | casa affrescata | cor-ten | risparmio energetico |
Foto | ©Diego De Nardi |
Il palazzo, noto anche come ‘del Decano’ del Capitolo della Cattedrale (sec. XV-XVI), è una porzione addenda alle Canoniche Nuove della Cattedrale di Treviso, tra il vicolo del Duomo e via Canoniche.
Nel Catalogo delle opere d’arte e di antichità di Treviso (1935), Luigi Coletti così ne descrive i tratti salienti: “[…] Piccola costruzione, a due piani. Al terreno portale in pietra con stemma a cartocci; diviso da una fascia e avente due leoni rampanti in capo ed uno in punta; camino sporgente e cornicione di mattoni a dentelli. A destra piccolo avancorpo con bifora a poggiuolo con colonna jonica in marmo al piano primo: cornici affrescate. […] appartiene alla metà del Cinquecento. Lo stemma è del Vescovo“. Coletti osserva come “[…] la decorazione pittorica, […] sul principio del XVI secolo va assumendo una importanza prevalente, e subordina a sé ogni altro elemento. L’architettura è formata dalla decorazione pittorica che collega assai spesso le fasce orizzontali, quasi trabeazioni, a mezzo dei pilastri e delle colonne; che negli spazi, rimasti liberi ed espressamente allargati quanto è possibile, crea vaste e complete figurazioni, creando scenograficamente l’illusione di sfondar le pareti. […] Sulla fine del XV secolo, mutato il gusto in rinascimentale, l’affresco finge bassorilievi figurati nelle fasce, che assumono funzione di trabeazione e addirittura statue entro nicchie”.
Il progetto di restauro agisce attraverso interventi di pulitura delle superfici e di adeguamento del sistema funzionale del Bene Culturale.
L’intento è di un complessivo recupero e valorizzazione degli spazi interni, caratterizzati da un pregevole apparato decorativo (affreschi, soffitto ligneo dipinto, camino), sia dal punto di vista percettivo che funzionale, attraverso l’eliminazione delle parti incongrue che ne impedivano la piena percezione (divisori e pareti attrezzate interne ecc.) e il miglioramento del sistema distributivo frutto di adeguamenti ‘di necessità’ nel tempo (accesso al sottotetto mediante ripristino della scala esistente).
Si tratta da un lato di interventi di pulitura e ripristino di pavimenti e rivestimenti (lignei, terrazzo alla veneziana, lapidei); dall’altro di inserimento di componenti funzionali (adeguamento normativo dei parapetti della scala) e di miglioramento delle prestazioni energetiche (isolamento della copertura e del sottotetto), definendo in questo caso un layer, uno strato formalmente e matericamente riconoscibile, disposto all’insegna della reversibilità.
In particolare, il miglioramento delle prestazioni energetiche è stato perseguito attraverso gli unici interventi ritenuti compatibili con il Bene Culturale, in applicazione delle linee di indirizzo del MiBACT: l’incremento prestazionale dell’isolamento dell’involucro trasparente non-storico, mediante la sostituzione del vetro semplice con vetro-camera di basso spessore (recuperando i serramenti esistenti) e l’isolamento della copertura e del sottotetto (controparete con strato isolante).