Chiesa del Beato Enrico

Chiesa del Beato Enrico
InterventoRestauro
Anno2015
LuogoTreviso
CommittenteDiocesi di Treviso
Parole Chiavebeni culturali ecclesiastici | valorizzazione | restauro | adeguamento liturgico | allestimento opere d’arte | museografia | illuminazione LED | pannello ostensivo
Foto©Diego De Nardi

Il progetto di restauro del tempietto del Beato Enrico (edificato nel 1835), va inquadrato entro i termini di valorizzazione di un Bene culturale ecclesiastico di carattere ‘minore’, coniugando (nella conservazione) l’adeguamento liturgico, la selezione critica, restauro, allestimento e illuminazione delle opere d’arte presenti, per promuovere dato il suo carattere identitario (Enrico da Bolzano è co patrono della città di Treviso), il recupero alla vita culturale, religiosa e socio-economica della città e del territorio.

I lavori di restauro sono stati realizzati nella ricorrenza del sette centenario della morte avvenuta il 10 giugno 1315 in una stamberga adiacente all’attuale tempio, divenuta poi cappella a lui dedicata.

L’adeguamento liturgico agisce mantenendo la centralità dell’altare, liberando lo spazio presbiteriale in favore di una comunicazione iconografica chiara, incentrata sulla grande pala del Miracolo del sarto (olio su tela opera di Osvaldo Paoletti del 1839): l’ambone e la sede sono sostituiti da elementi mobili, conservati nella adiacente sacrestia.

L’allestimento e l’illuminazione delle opere d’arte sottolineano nella formalizzazione di ‘quinte’, il piano sequenza focalizzato sulla figura del Beato.

La ‘macchina ostensiva’ è essenziale, in ossequio alla figura pauperistica del Beato. La ‘nuova’ posizione del Miracolo del sarto, nel presbiterio e più basso, restituisce la preminenza del Beato nel luogo dedicato, illuminata di giorno dalla luce naturale degli oculi, imitata dalle sorgenti LED poste sulle cornici superiori; la statua lignea della Madonna della Speranza (sec. XVI), riconsegnata dall’accurato restauro al suo cromatismo, è posta su un pannello ostensivo con velature a calce, color tortora, in tono con la recuperata cromia della membrature architettoniche, illuminata mediante una sorgente LED su braccio, che genera un’aura luminosa.

All’interno della Cappella, la nicchia contenente la statua lignea del Beato Enrico è inquadrata da un pannello ostensivo illuminato mediante strip-LED dimmerabili, nascoste nella gola del pannello, che generano un bagliore diffuso perimetrale, mentre il modellato della statua è descritto da una luce d’accento.

Due teche in ferro verniciato, color intonaco, con lastre di vetro accoppiate di tipo extrachiaro, sono poste nello spessore della muratura (per evidenziare il contenuto anziché il contenitore). Presentano un incavo mediale superiore predisposto per celare una sorgente per l’illuminazione strip-LED, dimmerabile: il reliquiario più piccolo è posto su un basamento cubico dedicato, avente la faccia superiore in vetro opalino retroilluminato, per poterne meglio cogliere la delicata fattura.

 

Pubblicato in:

  • Recupero e Conservazione, Delettera Editore, N. 09/2015.
  • AAA – Acciaio Arte Architettura, Auge Editore, N. 62/2015.
  • Olimpia Niglio (a cura di). Conoscere, conservare, valorizzare (tre volumi). Volume 3 Il patrimonio culturale religioso. Aracne editrice 2017

Presentato al Convegno: “Conoscere, conservare, valorizzare il patrimonio religioso culturale” organizzato dall’Istituto superiore di Scienze Religiose “Santa Maria Monte Berico” collegato