Intervento | Piano di recupero |
Anno | 2015 |
Luogo | Bovolone (VR) |
Committente | ISC S.p.A. |
Parole Chiave | rigenerazione urbana | piano urbanistico attuativo| standards urbanistici | corte | gradi di protezione | ampliamento | autorimessa meccanizzata | residenziale | commerciale | direzionale | off-site | sistema S/R |
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Le origini di corte San Biagio risalgono al XVI secolo: la morfologia del complesso si è sviluppata entro un ambito sostanzialmente invariato, mantenendo inalterato il rapporto con la ‘strada-piazza’ della originaria ‘cortina’, articolandosi verso l’interno a saldare il tessuto edilizio preesistente in una morfologia ascrivibile alla ‘corte’. La crescita e lo sviluppo del complesso sono avvenute in modo disorganico, per sostituzione, integrazione o giustapposizione all’esistente: ciò ha determinato la persistenza della ‘cortina’ fronte strada, malgrado la sostituzione totale della parte più orientale di essa; la trasformazione dei ‘rustici’ posti nella parte orientale del lotto con corpi edilizi via via funzionali alle necessità d’uso; la giustapposizione di nuovi corpi edilizi nella parte nord orientale del lotto. Permangono, sul fronte strada, le tracce del Palazzo Brenzoni-Pomini, dimora nobiliare dal 1535, descritta nel 1653 ‘casa sopra la piazza con horto, brolo con tre botteghe’.
Il progetto si colloca all’interno delle declinazioni semantiche del ‘recupero edilizio’: la ridefinizione morfologica propone una riqualificazione complessiva degli edifici e degli spazi aperti connessi, anche attraverso la riorganizzazione (o innovazione) delle funzioni presenti.
L’obiettivo è di innescare un processo di riqualificazione riguardante non solo gli edifici fronte-strada, ma esteso anche a quelli posti all’interno della corte, oggi difficilmente fruibili: interventi architettonici incentivanti una progressiva e crescente riqualificazione del ‘centro’ urbano.
Dall’analisi condotta emerge come il complesso in oggetto risulti composto da edifici costruiti in epoche differenti e con differenti livelli di degrado e di valore storico.
L’intervento progettuale, tenendo conto dell’eterogeneità degli edifici, adotta differenti comportamenti e tecniche operative, che vanno dal ‘restauro’ dei corpi edilizi storici (unità 1 e 2 v. Carlo Alberto), alla ‘ristrutturazione’ dei corpi più recenti e più compromessi (unità 3 v. Carlo Alberto e unità 4,5,6,7), capaci di affrontare ad un tempo tematiche strutturali, funzionali ed impiantistiche nella direzione della sostenibilità ambientale e del risparmio energetico.
Si è perseguito un approccio critico sul costruito, nel tentativo di storicizzare anche le parti prive di valore architettonico (unità 4,5,6,7), ma salienti nell’evoluzione storica, come invariante nella formazione della ‘corte’ storica nella morfologia urbana. Sono forme e figure che nella loro costruzione e permanenza, si ritiene abbiano assunto valore di memento, od almeno persistano nell’immaginario collettivo tanto da acquisire valore di memento.
Per le parti oggettivamente riconosciute nei loro valori storici (unità 1 e 2), sono previsti interventi di consolidamento e restauro, tesi alla eliminazione delle superfetazioni o alla ridefinizione della gerarchia tra le ‘parti’ storiche e quelle aggiunte. Le facciate sono soggette ad interventi volti al recupero degli elementi decorativi; all’interno sono valorizzati i tratti murari storici, oramai ridotti a traccia dai continui rimaneggiamenti compiuti nel tempo.
I corpi edilizi di minor pregio (unità 4,5,6,7) sono stati ripensati mediante l’adeguamento volumetrico e la riconfigurazione architettonica: una ricomposizione volumetrica che preserva la matrice storica che li ha generati, nella necessità di adeguare in modo sostanziale l’assetto distributivo e le prestazioni edilizie.
Gli spazi aperti (unità 8) oggi spazio risultante della disordinata evoluzione edilizia, sono il fulcro della rigenerazione del complesso edilizio: una ‘corte’ pedonale, luogo di transito e sosta degli abitanti e fruitori, vivificata da funzioni commerciali e di ristoro.
L’accessibilità carraia e la sosta degli autoveicoli nella corte è totalmente inibita: i posti auto a servizio delle varie destinazioni d’uso previste, potranno essere riservati in parcheggi pubblici posti a ridosso del centro, oppure realizzati in corrispondenza della corte (in ipogeo o utilizzando sistemi meccanizzati), con accesso su via Carlo Alberto.