Intervento | Miglioramento/adeguamento sismico, efficientamento energetico, recupero funzionale di porzione dell’immobile denominato ex “Caserma Tommaso Salsa” |
Anno | 2017 |
Luogo | Treviso |
Committente | Agenzia del Demanio – Direzione Regionale Veneto |
Parole Chiave | beni culturali | caserma ex-Salsa | efficientamento energetico | restauro | accessibilità | direzionale |
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Bando per l’affidamento lavori in R.T.P. (mandante, con altri). Capogruppo: Studio Aeditecne (VI)
Nel contesto di un programma generale di rigenerazione urbana riguardante anche le caserme dismesse, l’Agenzia del Demanio ha avviato un processo di riqualificazione di una porzione della ex caserma Tommaso Salsa a Treviso, per permettere la riallocazione della sede della Guardia di Finanza di Treviso.
Il compendio, descritto quale Architettura militare inizio Novecento, è stato dichiarato di interesse culturale ai sensi dell’art. 12 del D.Lgs. 42/2004 con provvedimento prot. 293 del 12 gennaio 2009 del Direttore Regionale del Ministero per i Beni ed Attività Culturali – Direzione Veneto e risulta area a “rischio archeologico” come da comunicazione Soprintendenza Archeologica di Padova prot. n. 1931 del 18/02/2016.
La proposta di intervento si applica sia agli edifici che agli spazi aperti, ridisegnando il layout delle cospicue superfici di pavimento esistenti e dell’imponente piazza d’armi, per rispondere al complesso programma funzionale previsto dal Bando.
Relativamente agli edifici. La struttura modulare degli edifici 10, 11 e 12, così come consegnata dalla storia del contesto ed oggetto di vincolo monumentale, determina l’assetto distributivo ‘a corridoio’ centrale dei vari piani, interconnessi da corpi scala periferici, mentre il solo edificio 6, costituito da due corpi giustapposti ad un piano, ha distributivo più libero.
Le soluzioni proposta discende quindi da un dialogo, sotto il segno della reversibilità, con l’edilizia esistente, giustapponendo ad essa una ‘pelle’ interna, nella forma di un sistema per componenti leggeri da porre in opera secondo i principi della costruzione (e cantierizzazione) ‘a secco’. Il principio guida è quello ‘box in a box’ (scatola nella scatola) tale da assicurare un elevato comfort ambientale.
Relativamente agli spazi aperti, pavimentati e verdi. La piazza d’armi è articolata nella sua disposizione attraverso una soluzione in grado di: determinare una relazione architettonica, una vera e propria ‘porta verde’ tra l’ingresso carrabile/pedonale previsto; qualificare la piazza d’armi come uno spazio permeabile e vivibile, senza barriere architettoniche, relazionato con i fronti architettonici su cui insiste; assumere soluzioni ad alto impatto architettonico e bassi costi di gestione e manutenzione.
Si propongono materiali e finiture che valorizzino le qualità ambientali dei luoghi, minimizzando le cesure tra verde/parco, piazza d’armi e quinte edificate.
Si propone la piantumazione di alberi autoctoni ad alto fusto di due tipologie: Celtis australis in prossimità del perimetro della piazza e due Carpinus betulus a costituire la ‘porta verde’ della piazza per chi giunge dall’esterno. Gli alberi ad alto fusto costituiscono una prescrizione della Soprintendenza.